Brunelleschi e la razionalità dello spazio!

Brunelleschi è considerato principalmente un architetto, nonostante fosse anche orafo e scultore.
La sua arte è caratterizzata da:

  • CLASSICISMO: riprende alcuni elementi classici come i capitelli dorici, ionici e corinzi, oppure il ripetersi delle arcate (in quel periodo il resto d’Europa era caratterizzato dagli archetti ogivali)–>disprezza l’arte gotica;
  • PROSPETTIVA: anche se non abbiamo sue opere che risaltino la prospettiva in quanto era architetto, quest’informazione è arrivata a noi grazie a delle fonti scritte probabilmente appartenenti ai monaci amanuensi;
  • PROPORZIONI: è presente un’armonia dei numeri che seguono criteri razionali e che hanno quindi rapporti precisi

Lo spazio creato è essenziale. Gli architetti delle cattedrali cercavano sempre di impressionare l’osservatore con grandi edifici costruiti a misura di Dio. Brunelleschi invece lavora a misura d’uomo.

OPERE e CARATTERISTICHE

  1. Lo Spedale degli Innocenti
    arco a tutto sesto
    – clipei o tondi
    – trabeazione (architrave+fregio liscio+cornice)
    – finestrecoronate (=alla sommità hanno un timpano)
  2. Chiesa di San Lorenzo
    ricerca di semplicità ed essenzialità
    – ripetizione di arcate  a tutto sesto inquadrate da lesene (colonne appiattite con capitello corinzio)
    – trabeazione classica
    – sopra il capitello corinzio il DADO BRUNELLESCHIANO (sua invenzione)
  3. La Sagrestia Vecchia di San Lorenzo
    tondi nelle lunette, nei pennacchi e nella trabeazione
    – finestre
    – lunette centinate (=alla sommità hanno un arco)
    – pennacchi
    – pietra serena (pietra grigia)
    – intonaco
    – piccola abside o scarsella (abside di una sagrestia)
    – portoni con timpani e colonne ioniche
    – stemmi araldici che rappresentano i Medici, famigli a committente
    – cupola ombrelliforme caratterizzata da 12 costoloni
    – pianta quadrata
    – arcone che sorregge la cupola
    – numeri che rappresentano le forme e aventi un significato simbolico
  4. Santa Maria del Fiore

 

 

 

 

 

 

IL DADO BRUNELLESCHIANO